PENSIONI: SCADE IL 30 GIUGNO IL TERMINE ULTIMO PER ANDARE IN PENSIONE CON QUESTA LEGGE

Dopo la notizia della revoca di 20000 pensioni  solo per quest’anno – 2009 – per i pensionati e riforma pensioni, terza etàquelli che si accingono ad andare in pensione i tempi non sembrano belli; scade il 30 giugno il termine ultimo per poter usufruire di questa legge sulle pensioni; poi, dal 1° luglio 2009 al 31 dicembre 2010 si aprirà una sorta di ‘finestra’ nella quale si potrebbero trovare delle brutte sorprese; una di queste è il caso empblematico di due lavoratori con gli stessi contributi.                                                                                                               Fino a martedì 30 giugno è possibile, invece, andare in pensione di anzianità con 58 anni e 35 di contributi.

 È stato il Governo presieduto da Romano Prodi, con la legge 247/2007, a introdurre il sistema delle quote per eliminare lo scalone stabilito dalla legge approvata, nel 2004, sotto il Governo di Silvio Berlusconi. Senza correttivi, nel 2008 l’età per la pensione di anzianità sarebbe balzata a 60 anni (61 per gli autonomi) con un aumento d’un botto di tre anni. Dal 2010 sarebbero stati necessari 61 anni (62 per gli autonomi) e 35 anni di contributi.
Pochi giorni di differenza sulla carta d’identità possono obbligare da mercoledì 1° luglio a un anno di lavoro inpiù.                                                Per esempio: Giuseppe e Vincenzo, classe 1951, sono impiegati in una piccola azienda metalmeccanica del bergamasco. Sono stati assunti entrambi nel 1973, a gennaio. Dopo 36 anni di attività hanno deciso di andare in pensione di anzianità. Giuseppe è nato il 28 giugno 1951, a fine mese matura i requisiti di legge, 58 anni di età e 36 di contributi Inps, un anno in più del minimo previsto. Vincenzo è poco più giovane: è nato il 1° luglio ’51, per un giorno dovrà lavorare ancora un anno e aspettare per la domanda di pensione il 1° luglio 2010, quando avrà 59 anni e 37 di contributi. Ne sarebbero bastati 36 per raggiungere quota 95 tra età e versamenti contributivi.

95 è, infatti, il numero chiave per poter andare in pensione da mercoledì 1° luglio e fino al 31 dicembre 2010. È la somma tra età e contributi e il primo addendo non può essere inferiore a 59                                                                                                                                        Con la legge 247/2007 si è deciso, invece, per un sistema più graduale. Dal 1° luglio si passa da 58 anni e 35 di contributi (59 per gli autonomi) alle quote: 95, appunto, fino al dicembre 2010 per i dipendenti, sia pubblici che privati, con un minimo di 59 anni di età; 96 dal 2011 con almeno 60 anni e 97 dal 2013, con un minimo di 61 anni. Per gli autonomi, i requisiti sono più severi di un anno: quota 96 fra il 2009 e il 2010 (con 60 anni di età per l’ingresso), 97 nel 2011 (e 61 anni), 98 nel 2013 (con il minimo di 62 anni). Resta, invece, svincolato dall’età (tranne per l’effettivo pagamento degli assegni) il diritto alla pensione di chi ha accumulato 40 anni di contributi. Con la legge 247 si è praticamente chiusa la pensione di anzianità per le donne: da luglio basterà, infatti, lavorare un anno in più per aver diritto al più ricco trattamento di vecchiaia. Per le donne l’unica forma di anticipo resta la pensione contributiva, che però è penalizzante nella misura dell’assegno e richiede 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per le autonome).

Maturare i requisiti per il diritto non è, però, il lasciapassare per il pagamento dell’assegno. Per questo occorre attendere qualche mese lavorando. Nel nostro esempio, la pensione arriverà il 1° gennaio 2010 per Giuseppe, e il 1° luglio 2011 per Vincenzo. Le pensioni di anzianità, infatti, hanno due decorrenze: 1° gennaio dell’anno successivo per chi ha i requisti nel primo semestre, 1° luglio dell’anno successivo per chi li compie nel secondo semestre. Se Giuseppe fosse un autonomo l’attesa sarebbe più lunga: fino a luglio 2010. E per chi compie i requisiti nel secondo semestre l’assegno è pagato dal gennaio del secondo anno successivo.

Quote e finestre, quattro in un anno per chi ha almeno 40 anni di contributi e per chi va in pensione di vecchiaia, sono le ultime variabili per tentare di far quadrare i conti della previdenza. E da gennaio saranno ridotti i coefficienti per il calcolo degli assegni per coloro che avranno una pensione con il calcolo contributivo o misto, così da tener conto dell’allungamento della vita. Intanto, a distanza di un anno e mezzo, si torna a parlare di riforma. Per le donne nel pubblico impiego è probabile l’innalzamento dell’età della pensione di vecchiaia, in seguito a una sentenza della Corte Ue. In generale si fa strada l’ipotesi di rendere flessibile l’età del trattamento di vecchiaia. Per Giuseppe e Vincenzo, insomma, la previdenza richiede un aggiornamento continuo.                                                                                                                                                        Fonte: Il Sole 24h

PENSIONI: SCADE IL 30 GIUGNO IL TERMINE ULTIMO PER ANDARE IN PENSIONE CON QUESTA LEGGEultima modifica: 2009-06-22T12:29:00+02:00da blogmasterpg
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